C’ERA UNA VOLTA … (3) L'AUTOMERIDIANA (SELF-SUN-DIAL)

Vi racconto tre storie d’amore per l’Ars Ricicla come l’intendo io (vedi articolo Ars Ricicla). Una storia di refashion, un recupero nello spirito del riciclo e una storia di riuso creativo fra “reuse” e “repurpose” (vedi capitolo “Che cosa si intende per riciclo” dell’articolo Ars Ricicla). Tre storie, tre articoli:

Questa è la TERZA.

C’ERA UNA VOLTA … 

… un cerchione d’auto. Uno di quelli che spesso si trovano ai bordi delle strade cittadine. Adesso ne noto parecchi da quando ho trovato il mio primo cerchione (infatti quello della foto è uno dei tanti altri). Ovviamente mi è “caduto l’occhio” (vedi capitolo Quando e come accade di Ars Ricicla) e mi ha parlato subito: portami a casa ora. Dietro era tutto nero, di una fuliggine grassa che si infilava dappertutto, nei pori della pelle e sotto le unghie. Avevo con me solo una busta di plastica con dei prodotti di drogheria che avevo appena acquistato. Li ficcai come potevo nella borsetta e usai la busta per trasportare il cerchione.

A casa lo lavai accuratamente in tutte le parti usando vecchi spazzolini da denti. E adesso, caro mio, che si fa? Forma tonda, raggi… beh un qualcosa che irradia, come un sole? Sì, ci sta, il cerchione farà da struttura portante dell’intero progetto.

In questo caso risulta chiaro da subito a che cosa servirà il cerchione. L’incognita creativa è dettata dal sole che deve poggiare su di esso. Che aspetto deve avere e come sarà realizzato.

Quindi userò il cartonpesto, il mio materiale preferito (vedi il capitolo “Gli elementi del riciclo” in Ars Ricicla)?

Aspetta. I cartoni delle uova e altro cartone recuperato da imballaggi vanno benissimo, ma vogliamo privarci di un’aggiunta naturale? Eh, no. Avevo per le mani della fuffa o, meglio, della lanuggine di tifa latifoglia (fuffa non si usa in quest’accezione) che avevo raccolto, rapita, durante una passeggiata lungo i fossati della Bassa friulana. Così decisi di inserirne un bel po’ nell’impasto di colla e cartone. Non che facesse una grande differenza a livello di compattezza, ma l’idea che il cartone non affrontasse il vinavil da solo mi confortava.

Prima di tutto il cerchione va ricoperto di massa di cartonpesto che si deve ben ancorare alla base.

Il secondo passo prevede la creazione dei raggi. Per dare struttura e alleggerirne il peso creo delle bacchette di carta (pagine di una vecchia guida telefonica) da inserire all’interno del cartonpesto.

Una volta asciugati bisogna fissarli sul retro del cerchione, con la stessa massa di cartonpesto.

Fissati i raggi, aggiungo altre punte al sole davanti. Il primo strato di cartonpesto si è asciugato e ritirato lasciando intravvedere i profili del cerchione sottostante. Ne tengo conto per coprirli nelle fasi successive.

Faccio una prima prova esterna della palette di colori da usare per dipingere il sole ma mi rendo conto che l’opera è troppo piatta, ci vuole qualcosa che le dia profondità.  Inizio a fare le prove del possibile sviluppo.

 

L’estrusione di forma conica fatta con le bacchette di carta mi piace e la tengo per tutte e quattro le varianti che si differenziano solo nella disposizione dei bastoncini di balsa da caffetteria che fisso temporaneamente con la plastilina o con il nastro adesivo, tanto per vedere l’effetto.

Scelgo l’ultima variante è comincio a costruire le parti: vernicio in bastoncini con la porporina e li fisso in asse con la colla a caldo. Contemporaneamente faccio la seconda prova colore: miscelazione su fondo bianco per trovare colori e  tonalità giusti.

Seguono la fase di stabilizzazione definitiva dei bastoncini con un ulteriore strato di cartonpesto e la terza prova colore, sia su carta che su una tavoletta-tester di cartonpesto essiccato e preverniciato di bianco.

Asciugato l’ultimo strato di cartonpesto, taglio i fili guida e do un fondo di bianco a tutto.

Dipingo con i colori acrilici  e aggiungo il cono di bacchette di carta col puntale di cartonpesto, tutti dorati. Adesso ci siamo. E devo dire che ha anche il suo peso…

Per finire diamo uno sguardo al Triangolo del Riciclo (vedi articolo Ars Ricicla,  capitolo “Gli elementi del riciclo”) applicandolo all’oggetto che ha originato il progetto: il cerchione.

Il materiale di partenza, la plastica e il filo metallico dietro sono rimasti inalterati rispetto a prima dell’operazione di recupero. La funzione e l’aspetto invece sono stati modificati radicalmente. La funzione del cerchione è stata stravolta: da oggetto adibito alla copertura in aggancio ad una struttura in movimento (ruota di automobile) è passato a fare da base ad un manufatto ornamentale fisso. L’aspetto esteriore ha ancora alcuni tratti riconoscibili. Il valore complessivo percepito è superiore al valore dell’oggetto di partenza.

Ed eccolo qui, appeso al muro, in buona compagnia di altri manufatti di Ars Ricicla, tutti della serie “Cartonpesto & Co”. Il cerchione ringrazia e io lui.

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